Il Tribunale di Milano, con la sentenza n. 3542/2023 depositata il 05.05.2023, ha applicato per la prima volta la riforma Cartabia e ha pronunciato la separazione consensuale fra due coniugi che hanno chiesto, con lo stesso ricorso, anche la pronuncia del divorzio.

Con ricorso ex art. 473-bis51 c.p.c. i coniugi hanno indicato le condizioni reddituali, patrimoniali e gli oneri a carico degli stessi e hanno chiesto congiuntamente di ottenere la pronuncia di separazione alle condizioni dagli stessi proposte.

Il Tribunale meneghino ha dichiarato la separazione personale dei coniugi e ha omologato le condizioni di separazione relative alla prole ed ai rapporti economici.

Con il ricorso introduttivo, in conformità al nuovo art. 473-bis 49 c.p.c., i coniugi, oltre alla separazione personale, hanno chiesto anche la cessazione degli effetti civili del matrimonio (divorzio) formulandone le relative condizioni. L’art. 3 Legge n. 898/70 e succ. mod., tuttavia, prevede che tra la separazione personale ed il divorzio intercorrano almeno sei mesi. Così è stato deciso che, decorsi sei mesi, il Tribunale acquisisca la dichiarazione delle parti di non volersi riconciliare ex art. 2 Legge 898/70 e la conferma delle condizioni già formulate con riferimento al divorzio. A tal proposito i Giudici di Milano hanno precisato che “la modifica unilaterale di tali condizioni sarà ritenuta ammissibile solo in presenza della allegazione di fatti nuovi (…). In tale ipotesi, se le parti non raggiungessero un nuovo accordo che consenta loro di depositare nuove condizioni congiunte, il Tribunale rigetterà la domanda congiunta di cessazione degli effetti civili del matrimonio (…)”.

Trascorsi sei mesi, dunque, se i coniugi non si saranno nel frattempo riconciliati, il Tribunale pronuncerà il divorzio senza la necessità di depositare un nuovo ricorso.